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Sei in: Home / Home / IL LABIRINTO 2° PARTE

di Gioni Chiocchetti

” Il primo incontro con i simboli si fa nel Tempio. Chi ha l’occasione e il privilegio di entrare in un tempio con una certa preparazione responsabile si accorge che tutto è improntato sul simbolismo, dagli oggetti ai partecipanti ai riti, e che lo stesso Tempio è un sacro recinto, uno spazio consacrato e mantenuto puro per scopi rituali e quindi teurgici. Questo spazio sacro, isolato da quello profano, è preservato dall’invasione disgregatrice, grazie al potere occulto dei simboli. “

Tommaso Palamidessi

14° Quaderno di Archeosofia – La via dei simboli e la trasmutazione spirituale

Al fine di comprenderne il significato profondo del labirinto è sicuramente importante notare come questi antichi ideogrammi, alcuni circolari, altri rettangolari, presentino tutti uno stesso schema geometrico noto come labirinto cretese, distinti da precise caratteristiche. Per prima cosa si tratta di un recinto totalmente chiuso con una sola entrata che è sempre ed ovest come nella pianta dei templi. Non a caso la parola tempio deriva dal greco Temno: tagliare, separare evidenzia il sacro recinto che divide lo spazio sacro dal caos del mondo profano.
Spesso c’è una sola via, un lungo percorso che mira subito verso il centro ma senza poterlo vedere, per poi esserne allontanato e riavvicinato.  Questo non è fatto per dispetto, ma per far capire che il cammino è già tracciato ma va conquistato percorrendolo nella giusta maniera, è un cammino simbolico di maturazione e rafforzamento, nel corso del quale viene provata la volontà, l’attenzione, la costanza e la fiducia di colui che vuole raggiungere la meta. Questa via è ordinata in 7 spire concentriche. Il numero delle spire non è chiaramente casuale, in quanto fa riferimento ad un antichissimo corpus di scienze, un profondo metodo simbolico di analisi matematica indirizzato a conoscere ed utilizzare l’aspetto interiore dei Numeri, una matematica in cui i numeri prima di esprimere quantità, manifestano principalmente delle qualità.
Nello specifico il numero 7 era considerato sacro per eccellenza, completa espressione di una azione, la completezza di un ciclo dinamico; nell’antico Egitto, per esempio, simboleggiava la completa espressione del sapiente atto divino che ordina il caos (7 sono i biblici giorni della creazione). È il numero che esprime l’unione fra il cielo e la terra.  7 erano anche gli antichi guardiani cosmici che difendevano il percorso di avvicinamento al centro dall’intrusione dei profanatori, sette guardiani uno per ogni giro concentrico, come sette erano i piani dell’antichità che circondavano la terra.

Leggi l’articolo completo: IL LABIRINTO 2° PARTE di Gioni Chiocchetti

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