di Alessandro Benassai
Le stelle che circondano il Polo nord ebbero una grande importanza nell’astrologia misterica dell’antico Egitto. Esse furono designate con il termine generico Mesket, specialmente quelle che rappresentarono Set assieme a sua moglie Ta-Urt, raffigurata sotto le sembianze di un Ippopotamo femmina, simbolo delle forze infere e tenebrose del male. Queste stelle e le costellazioni ch’esse formarono sotto lo sguardo degli astrologi egizi, furono chiamate con il termine Set, nome della potenza tifonica del Caos primordiale.
Le costellazioni dette “circumpolari”, rimanendo sempre visibili nel cielo notturno dell’emisfero Nord, rappresentarono per gli Egiziani i giganteschi e insonni guardiani pieni d’occhi che costantemente vigilano il Polo a cui è ancorato il potere sovrumano che fa girare il mondo e rende immortali. barca solare di Ra
Questi mostruosi guardiani che non dormono mai, si oppongono con veemenza irresistibile a qualsiasi tentativo di profanazione e respingono l’anima disincarnata di chi non è degno, rigettandola nel “circuito esistenziale”, il divenire cosmico, la ruota stritolante del destino ch’essi stessi continuamente girano.
Set, secondo il mito narrato da Plutarco, divenne per i Greci il gigante Tifone, simbolo della forza turbolenta e distruttiva dei venti e dell’uragano.
tifoneFiglio della Terra e del Tartaro, era rappresentato come un essere mostruoso metà uomo e metà bestia. Per statura e forza sorpassava tutti gli altri figli della Terra: era più alto di tutte le montagne e la sua testa urtava contro le stelle. Quando stendeva le braccia una delle mani raggiungeva l’Oriente e l’altra l’Occidente e invece di dita aveva cento teste di draghi e dalla vita in giù era circondato di vipere. Il suo corpo era munito di grandi ali e i suoi occhi lanciavano fiamme. Persino gli Dei ne ebbero paura, eccetto Atena e Zeus, che dopo dura lotta a colpi di fulmine, lo schiacciò sotto l’Etna. Il fuoco e la lava che escono dal vulcano divennero così il simbolo delle forze infernali e demoniache vomitate da Tifone e ciò che rimase dei fulmini con i quali Zeus lo abbatté.
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